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La simpaticissima professoressa Silvana Iorio (insegnante di lettere) ha personalmente portato alla "2° Mostra delle Favole" testi di favole scritti dagli alunni delle prime medie dell'Istituto Comprensivo Statale di Russi (Ravenna). Qui presentiamo con grande piacere alcuni esempi di questi lavori creativi e fantasiosi! Grazie ragazzi!!! NOTE NEL VENTO di Carlo Bartoletti cl.1^B Camminava per un sentiero ed era triste. Sentiva alcune note nel vento, come un canto che lo accompagnava e sembrava che quella voce volesse dirgli qualcosa d’importante. Si guardò attorno alla ricerca della persona che cantava, ma i suoi occhi non vedevano nessuno; eppure lui era convinto che quella voce lo stesse chiamando. Cominciò a spaventarsi, poi, però,capì che la voce lo stava conducendo verso la felicità ed era lui stesso a seguirla anche se non se n’era accorto. Allora si tranquillizzò e quel canto divenne sempre più rasserenante. Passarono giorni, settimane, mesi ed ancora lui vagava seguendo la misteriosa voce che lo accompagnava lungo il misterioso sentiero. Poi,un giorno, sempre accompagnato dalla voce prese un’altra strada più luminosa. Ad un certo punto, mentre il canto diminuiva fino a diventare un sussurro, lui si trovò in un luogo molto bello e con tanta luce, sì, ma strano.Ad un tratto le sue orecchie non avvertirono più neanche un suono. Allora capì che quel luogo era il paradiso e la strada solitaria era la vita. LA VOCE - Giacomo Zini cl.1^B Qualcuno stava camminando, aveva dei pensieri, pensieri tristi. Camminava solitario nel verde di una foresta con tanti animali.All’improvviso sentì una voce che proveniva dal folto degli alberi, s’innamorò della voce e la seguì. Superò ostacoli e scoscesi pendii, poi ecco apparvero immense distese d’acqua, grandi cascate, ricca vegetazion e, e infine lei coi capelli blu come l’acqua dei laghi, gli occhi verdi chiari, con indosso un vestito fatto con le piume degli uccelli del paradiso, la pelle liscia come i sassi levigati dall’acqua, eterna come la terra e bella come il sole che splende appena sorto: lui s’incamminò verso di lei. In quel momento non aveva più pensieri tristi, ma felici. Quando arrivò da lei cominciò a sognare. AL TRAMONTO - Federico Facchini cl.1^A C’era una volta un uomo di età avanzata che viveva da solo,in una casetta lontana,fuori dalla città, dove nessuno potesse trovarlo. Abitava là da quando, purtroppo,i suoi familiari erano morti in un incidente d’auto mentre tornavano a casa. Da quel momento non volle più saperne degli altri e rimase da solo con il suo cane e il suo fucile per la caccia. Un giorno, mentre andava a caccia, si smarrì, non trovava più la strada per andare nella sua casetta. Si era perso nel nulla: attorno a lui solo alberi e cespugli, nessuna traccia di alcun percorso battuto. Era ormai il tramonto, quando sentì un canto lontano provenire dalla parte in cui il sole calava. Il vecchio,che non sapeva cosa fare, decise di seguire quella melodia che si ripeteva e pareva non finire mai. Corse e corse finchè non arrivò dove si vedeva il tramonto: l’uomo fissò gli occhi al cielo e vide le nuvole che avevano preso la forma dei suoi figli e dei suoi nipoti. Da quel momento lui decise di tornare in città e di continuare la sua vita nel miglior modo possibile. LA FRASE MAGICA - Ilaria Silvagni cl.1^B Nuotavo nel fondo marino. Ero triste, con tanti brutti ricordi; ma neanche le correnti del mare potevano discioglierli, nè la bellezza dei pesci e dei coralli riusciva a togliermeli dalla testa. Ad un tratto sentii una voce che cantava ....una sirena? Impossibile! Infatti mi guardavo intorno senza vedere nessuno e mi dissi che era solo una mia immaginazione. Invece poi capii che quella voce mi sarebbe stata d’aiuto per superare le paure, perchè mi ripeteva di andare avanti e di non arrendermi. Chi cantava queste parole? Chiusi gli occhi e me la immaginai "donna", ma con dentro tutto il mondo: infatti parlava in tutte le lingue, sembravano mischiate fra loro. Mi diceva che se credevo in me stessa, gli altri avrebbero creduto in me –cosa che prima non avevo mai fatto, infatti non mi voleva bene nessuno. Ripetei a mente la frase comunicata attraverso la magica melodìa. Mi lasciai andare in risalita, nuotando verso la superficie e sentii ancora la voce, che mi avvertiva di ricordarmi quanto mi aveva detto e di riferire a tutti la frase magica. L’ESSERE DI LUCE - Giulia Raccagni cl.1°B
Il 19 luglio dell’anno scorso mi trovavo in un isolato paesino di montagna insieme ad altri bambini della mia età. Alloggiavamo in una casa per vacanze. Quella sera avevo qualcosa di strano,che mi spinse ad uscire per conto mio: guardavo il cielo e sentivo che stava per succedere qualcosa a me, solo a me. Mi trovai a camminare lungo un sentiero illuminato dal plenilunio, attirata da una voce armoniosa che cantava in una lingua straniera, anzi del tutto sconosciuta, come lo era quel sentiero nonostante sapessi a memoria tutti i percorsi della zona. Arrivai ad un bosco e vi entrai,vincendo la paura con la curiosità. Qui la luna non riusciva ad aiutarmi nel cammino, ma il buio fu cancellato d’un tratto da una luce abbagliante che m’impediva di vedere.Chiusi gli occhi, li riaprii e riuscii a vedere un volto che mi guardava con dolcezza,mentre il canto cessava. Quell’essere era fatto di luce:si distinguevano solo occhi e bocca. Domandai qualcosa,ma con enorme sorpresa non udii nulla; capii che la voce non aveva frequenza, comunicavamo telepaticamente! Infatti il volto di luce rispose,trasmettendomi una pace tale da togliermi ogni spavento. "Il tuo futuro sarà ricco d’armonia,se offrirai comprensione e tolleranza senza poter mai rinunciare, tuttavia, ad essere te stessa e sincera: non accetta falsità la pace vera, che trasforma in certezza la speranza. Il dilemma è complicato e lo risolverai se capace di coraggio e d’amore sarai". Subito dopo fui fuori dal bosco,cercando il sentiero che non si vedeva più, era sparito. Mi ero persa. Però,se stavo molto attenta, potevo ancora sentire la voce cantare in sordina, pianissimo. Seguendola di nuovo, ritornai alla casa delle vacanze,entrai nella mia camera, m’infilai il pigiama e andai a letto. Quella notte sognai ciò che ho sopra narrato. Il giorno dopo non raccontai nulla alle amiche che mi avevano trovato addormentata e vestita, con le scarpe sporche di fango,di cui c’erano ancora le tracce lungo i corridoi. Nessuno si spiegava ciò che era successo.
VAGO’...VAGO’...VAGO’... Christian Verdesca cl.1°A Un ragazzo da casa sua andò via Dunque di nuovo vagò vagò vagò Allora lui ancora vagò
LA BELLA ADDORMENTATA... ...IN VERSIONE ROVESCIATA! Cl.1°B Chiara Marin, Giulia Raccagni, Elena Savini Cosa poteva accadere alla principessa Puntasi col fuso,la fanciulla non morì come voleva la maledizione della strega, ma si addormentò (eh,aveva la pelle dura!). Un principe che passava di lì, la vide distesa tra le foglie e così bella che, pensando già al matrimonio, la baciò. Quando la fanciulla si svegliò,
IL DONO - Luca Donati cl.1°A In una notte buia ed umida un vecchio, triste per la scomparsa del figlio,decise di avviarsi al cimitero, visto che non prendeva sonno. Lungo la strada udì una dolce melodìa sottovoce. Proveniva dal cimitero: erano una fatina ed un elfo che si erano posati sulla tomba del ragazzo a cantare. Quando il vecchio li vide,si stropicciò gli occhi e loro dissero:"Non essere triste, non devi abbatterti per tuo figlio". Quindi gli offrirono una sfera di cristallo contenente un minerale sconosciuto: essa avrebbe esaudito un desiderio a chi la possedeva,ma non poteva far tornare in vita nessuno. Il vecchio tornò a casa, appoggiò la sfera sul comodino e dormì. Il giorno dopo un ragazzo del villaggio venne colpito da una grave malattia e non c’erano medicinali adatti a guarirla, allora il vecchio usò il suo desiderio per guarire il giovane. Alla sera andò di nuovo al cimitero con la speranza di rivedere la fata e l’elfo. Li vide per un attimo:gli sorrisero,contenti perchè lui aveva capito .............. Infatti il vecchio non si sentì e non fu più solo.
FAVOLA RIVISITATA e MMM AGGIORNATACAPPUCCETTO ROSSO di Andrea Ferraioli cl.1°AUn giorno a Cappuccetto Rosso la mamma diede un cestino molto grosso: doveva portarlo alla povera nonnina che abitava da sola in una lontana casina. La mamma si raccomandò di non fermarsi per strada, se no un terribile lupo l’avrebbe afferrata e ovviamente l’avrebbe sbranata. Ma la mamma non sapeva che Cappuccetto un bazooka aveva.
Intanto la bambina era arrivata alla casa della sua nonna amata. Ma sai al suo posto chi c’era? Il lupo con tanto di dentiera !!! Di scatto la bambina afferrò il bazooka e con un colpo gli fece saltar via la nuca, così prese la nonna dalla pancia del lupo che assomigliava a un grandissimo e nero buco. Dopo un’ora arrivò il cacciatore che chiese con enorme stupore: "CHE COSA MANGIATE?" E le due risposero: "LUPO CON PATATE!"
GIOVANNINO E IL FAGIOLO MAGICO Federico Ballanti cl.1°A
Dicon sempre le bugie gli scrittori che son citrulli e fan passare le fanciulle per ragazze buone e pie; al contrario, dei poveri fanciulli credon che non siano studiosi, quando invece stano sempre sui libri ed anche ben gioiosi. Ora che vi siete resi conto di come son quelli con la penna sempre in mano, una storia vera vi racconto, quella del fagiolo e di Giovannino,ragazzo sano. Ebbene,la storia è vera fin da quando il fagiolo cresce alto nel cielo e Giovannino vi si arrampica superando anche delle nuvole il velo;
così,arrivato al castello del gigante, s’accorge che l’omaccione voleva che la sua gallina cantasse una canzone. La gigantessa,intanto, stendeva la biancheria tutta sporca e puzzolente,mamma mia! E in quell’istante l’orologio batteva l’ora, perciò era arrivato il momento per la pentola bollente e la gigantessa smise d’appendere la biancheria puzzolente. L’orco voleva un uovo per il pranzo ma la gallina ne fece uno di bronzo, allora l’omaccione la prese per il collo con l’idea di tirarglielo proprio come a un pollo. Allora Giovannino, visto l’atto spietato, afferrò i mutandoni dell’orco arrabbiato e li lanciò addosso alla gallina, che subito fece un uovo di farina.
Appena Giovannino vide quello strano uovo quasi tondo, prese mutandoni e gallina e con essi girò per il mondo guadagnando quattrini a tutto spiano, tenendo il pennuto sempre in mano. Certamente il buon Dio l’aiutò perchè re della Finlandia Giovannino diventò. Il pennuto ormai vecchio non serviva più in alcun modo, perciò il giorno di Natale finì nel brodo, e i mutandoni lavati a un servo furon regalati. Restano solo il fagiolo, l’orchessa e il marito ma la storia non dice cosa successe a loro: la gente racconta che il fagiolo diventò un fico e che l’orco e la moglie vennero ricoperti d’oro. E per avere un’altra fiaba strampalata, arrivederci alla prossima puntata! |