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Che cosa vogliamo creare?
Lupo

I volti dell’ubàgu si rivelano col pennello e …

Le favole con i valori di una volta si perdono,
i valori del futuro sono ancora favola –
la vita nel nostro presente è pura realtà,
una realtà di cambiamento però –
il vecchio sparisce visibilmente,
mentre iniziano i primi passi verso il nuovo.
 
Nel mondo dell’arte,
nell’anima dell’artista,
le favole del passato vivono ancora
e si creano le favole del futuro
quando s’esprimono fantasia e forza creativa.
come nei giochi inventati dei bambini.
 
La mostra delle favole
è anche alla quinta volta occasione di un incontro
tra il vecchio ed il nuovo,
tra bambini e adulti,
tra natura e arte
nel gioco del fare e nella gioia del creare.
 
Il simbolo del ponte di Borghetto d’Arroscia
rappresenta il presente
e collega il percorso
dal passato verso il futuro
da quando si crea a quando nasce
dalla natura l’opera d’arte.

La zona nascosta dell’ubàgu
sul lato destro dell’Arroscia nel territorio di Borghetto
simboleggia l’ombra del passato
e l’oscurità di un futuro sconosciuto,
l’ombra dove scompare il vecchio
e le ceneri dalle quali nasce il nuovo.
 
Nel museo del territorio “I volti dell’ubàgu”
troviamo i ricordi della vita del c’era una volta
risvegliati attraverso la salvaguardia e la fantasia,
negli scorci e nelle creazioni del “Parco delle favole”
si rivelano le visioni di una vita che sarà,
interpretati con la creatività artistica.
Com’erano una volta i crocefissi ai margini dei sentieri
segnali della fiducia in un destino sconosciuto,
mostriamo nell’ambiente caratteristico opere d’arte
ed organizziamo eventi artistici locali,
come simboli della speranza nella vita che rinasce
così come risorgono ogni primavera i fiori lungo le strade.
 
Presentiamo una mostra di favole
con disegni e dipinti,
incisioni nel rame, documenti e foto
realizzati con capacità artistica
creati con la forza del cuore
e nati dall’amore per la vita.
 
Il Parco delle favole ... nell'ubàgu della Valle Arroscia
Lupo

Il Parco delle favole

… nell’ubàgu della Valle Arroscia

Una zona secca e rocciosa come il territorio dell’ubàgu della Valle Arroscia può provocare nell’uomo due tendenze diverse: o diventa arido ed indurito anche lui, o sviluppa in se abbastanza umiltà e flessibilità che permettono d’adattarsi alla situazione ostile come s’adeguano i muri delle fasce dei terreni alla geografia collinare impervia e di accettare la sfida del destino che richiede per la sopravvivenza ogni giorno una soluzione ed una fatica nuova.

Nell’inospitalità dell’ubàgu si rispecchia l’ostilità del bosco nel mondo delle favole popolari dove gli eroi (come Biancaneve, Cappuccetto rosso ecc.) vengono spesso obbligati ad attraversare una foresta selvaggia, dove devono affrontare il pericolo di smarrirsi o dove possono trovare le forze per sopravvivere.

La Valle Arroscia è la vallata più lunga nella Liguria del ponente. Dalle cascate del fiume sopra Mendatica scendono le sue acque fino ad Albenga, collegando i monti ed i boschi del tramonto con il sorgere del sole dal mare.

Negli ultimi 60 anni lo scambio tradizionale tra la costa assolata e l’entroterra ombreggiato si è squilibrato unilateralmente a favore delle comodità costiere e delle fatiche della vita antica nell’ubàgu sono rimasti soprattutto ricordi negativi. Si sono dimenticati completamente la soddisfazione, la serenità e l’allegria che provava chi poteva vincere con il proprio sforzo le sfide quotidiane della vita contadina collinare.

E così si stanno perdendo anche i vecchi valori della pazienza, della puntualità, della grinta, della perseveranza, della tenacia e anche la fiducia e la fede che questi uomini avevano a disposizione come armi invincibili di sopravvivenza.

Un ritorno dei tempi antichi, una ripresa produttiva dei luoghi sperduti nell’entroterra non sembra possibile; invece un incontro, anzi un confronto personale con le condizioni ed i requisiti della vita di una volta può ancora oggi essere favorevole per chi si è perso nel lusso del benessere prodigo e che vuole tornare a cercare, scoprire, svegliare ed intonare il canto della vita che dorme ancora in noi.

Il progetto del “Parco delle favole” è nato dal sogno, che si potrebbe creare un luogo d’incontro tra mare e monti, tra la vecchia tradizione ed il futuro nuovo, tra fatica e ricreazione, tra coltivazione e apprezzamento, tra realtà e fantasia, tra terra e cielo sul ponte della comunicazione e dell’arte.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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